E’ la denuncia della Fp Cgil di Roma e Lazio, che lancia un appello al ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli e al governo “perche’ si mettano da subito in campo concorsi e investimenti per rilanciare l’Istituto e con esso tutta l’attivita’ di cura e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico”.
“la ricerca si ferma per i pensionamenti che negli ultimi tempi hanno lasciato veri e propri vuoti di professionalita’. Nuove assunzioni, per quanto tardive, sarebbero state comunque provvidenziali. Ma manca ancora l’indizione di concorsi per le specifiche professioni richieste”. Con il precedente blocco del turn-over, spiegano dal sindacato, “chi e’ andato in pensione non ha potuto trasmettere a nessuno conoscenze e pratiche. Con i pensionamenti previsti, a fermarsi sara’ direttamente l’attivita’ complessiva di ricerca”. Ad oggi, spiegano i sindacalisti, “dei sei chimici del ridotto organico (a nostro avviso per svolgere al meglio l’attivita’ ne servirebbero almeno otto) ne sono rimasti tre, in poco tempo resteranno in due; dei quattro fisici previsti, a breve ne restera’ uno solo; i cinque biologi dei sette previsti non sapranno a chi trasmettere l’esperienza acquisita ed e’ rimasto un solo geologo, che non ha al suo fianco altri colleghi con cui confrontarsi. Tutto questo per un patrimonio culturale immenso e unico, come quello che vanta il nostro paese”. Nessun programma di tutela e valorizzazione, conclude il sindacato, “puo’ fare a meno di una funzione strategica come la conservazione e il Restauro. L’investimento su personale specializzato, tecniche e strumenti all’avanguardia e’ fondamentale perche’ il ministero coordini e svolga al meglio la sua funzione. Senza le professionalita’ necessarie all’ISCR, si arenano i progetti all’estero, la Scuola di alta formazione, la cooperazione internazionale, insieme alla ricerca e all’innovazione, in un settore in cui da sempre l’Italia aveva vantato la propria eccellenza”.